Stò leggendo un libro di Luigi Lunari
MARIA DI NAZARETH, edito mondadori, volevo postare un passaggio in tema con l'argomento
Si parla delle "eventuali" citazioni Mariane nell' A.T.
Il passo in cui la tradizione cristiana, e per primo l'evangelista Matteo, ravvisano una precisa indicazione profetica di Maria, è il seguente
ECCO LA VERGINE CONCEPIRA' E PARTORIRA' UN FIGLIO CHE CHIAMERA' EMMANUELE
Esso è citato da Marco a conclusione del racconto dell'annunciazione, con queste parole
TUTTO QUESTO AVVENNE PERCHE' SI ADEMPISSE CIO' CHE ERASTATO DETTO DAL SIGNORE: ECCO LA VERGINE CONCEPIRA' E PARTORIRA' UN FIGLIO CHE SARA' CHIAMATO EMMANUELE, CHE SIGNIFICA DIO CON NOI
Le prime complicazioni nascono anche qui dalla traduzione e anche qui, un passaggio dell'ebraico di Isaia, al greco dei Settanta, all'aramaico, peraltro perduto, di Matteo, e di nuovo al greco in cui leggiamo appunto il primo evangelista, non è da escludersi che la traduzione si giovi della conoscenza dei fatti accaduti nel frattempo, e della volontà di convalidarli. L'originale ebraico usa la parola ALMAH che non vuol dire esattamente vergine bensi "giovane donna", vergine in ebraico si dice BETULAH, e ALMAH vuol dire semplicemente giovane donna non sposata, ma non necessariamente vergine. Nell'originale, inoltre, Isaia usa il presente, come a dar più forza e più imminenza alla profezia, legandola cioè agli eventi del momento, a quel contesto storico, e senza rimandarla dunque a epoche troppo future.
Il testo autentico suona dunque così
ECCO LA GIOVANE DONNA CONCEPISCE E PARTORISCE UN FIGLIO, CHE CHIAMERA' EMMANUELE
Nella traduzione greca, dei Settanta e di Matteo, almah diventa parthenos e il presente diventa futuro, come ad allontanare la cosa nel tempo e a strapparla a un'interpretazione legata alla contingenza storica